"Se le mani sono piegate ai polsi (kuncita) ed eseguono una rotazione verso l'interno (vyavartita) ed una verso l'esterno (parivartita) per poi lasciarle cadere improvvisamente รจ detta VARTITA KARANA". 
Natyashastra 4/72

Nell'esecuzione pratica, secondo l'interpretazione di Padma Subrahamaniam, le mani sono piegate davanti al petto in dola hasta e i piedi in swastika e mentre si esegue la rotazione delle mani le braccia finiscono poi col palmo o col dorso della mano appoggiato sulle cosce e gli arti inferiori nella postura in Mandala Sthana con i piedi ben separati (come nella posizione Chawk dello stile Odissi).
Nel suo commento Abhinava Gubta suggerisce che quando le mani sono sulle cosce eseguono uno sfregamento dei palmi che conferisce all'azione un senso di rabbia (azione visibile ancor oggi nell'arte del Kathakali), quando invece i palmi sono voltati verso l'alto si evidenzia uno stato di gelosia (azione che ha influenzato lo stile Manipuri). In caso di emozioni estreme si consiglia di omettere il movimento degli arti inferiori, dal momento che una posizione statica tende ad intensificarne il significato.