YAMINI KRISHNAMURTI DEA DELLA DANZA
Yamini Krishnamurti e’ da decenni un simbolo di forza e splendore della danza classica indiana. La statuaria bellezza, l’incredibile abilita’ tecnica ed un’ imponente presenza scenica hanno fatto di lei una delle piu’ apprezzate danzatrici indiane fin dal suo debutto avvenuto a Chennai nel 1957. Da quel momento in poi ha portato in tutti i luoghi piu’ remoti dell’India e del mondo non solo lo stile Bharatanatyam ma anche Kuchipudi ed Odissi. Anzi possiamo dire che grazie a lei lo stile Kuchipudi e’ stato recuperato e presentato in forma di danza solista sui palcoscenici.
Cresciuta a Chidambaram (Tamil Nadu), nell’atmosfera sacra di uno dei piu’ grandi simboli della tradizione indu’, il tempio di Shiva Nataraja, il Dio della danza, Yamini inizio’ lo studio della danza presso l’accademia Kalakshetra di Chennai, fondata e diretta allora da Rukmini Devi Arundale.
Dopo aver appreso le basi dello stile Bharatanatyam, spinta anche dal padre, lascio’ l’accademia per proseguire la pratica privatamente presso grandi maestri: Kanchipuram Ellappa Pillai, Thanjavur Kittappa Pillai, Dhandayudhapani Pillai e la devadasi Mylapore Gauri Amma.
In quegli anni fu ispirata dalla famosa Balasaraswati, la devadasi la cui danza e soprattutto il cui ‘‘abhinaya’’ ha lasciato un’impronta forte nel Bharatanatyam di oggi.
Sempre guidata dal padre, insigne studioso di sanscrito, Yamini intraprese lo studio del Kuchipudi e poi di Odissi recandosi nei luoghi dove questi stili avevano avuto origine.
E’ a New Delhi che la sua carriera prende il via per poi portarla in Pakistan nel 1961, in Europa nel 1965, Germania e Francia (a Parigi incontra Rudolf Nureyev). Dalla Francia viene richiesta in Yugoslavia, Svizzera e a Londra dove vede danzare Maya Plisetskaya. Yamini apprezza molto il balletto occidentale tuttavia lo trova limitato in alcuni aspetti.
Gli anni settanta la vedono calcare i palcoscenici del Canada e Stati Uniti. Nel 1980 si reca in Italia (dove tornera’ quattro volte) a Roma e Napoli. Descrive gli italiani come un popolo affine a quello indiano, molto caloroso e passionale.
Sempre negli anni ottanta danza in Russia e nei Paesi Arabi. Ma pur avendo girato il mondo sembra amare piu di tutti il suo paese e si e’ sempre sentita piu’ apprezzata e ammirata dagli indiani.
La prematura scomparsa del padre, ispiratore di tante coreografie, ha cambiato lo stile di vita di Yamini che da allora si e’ ritirata nella sua casa-scuola a New Delhi. Donna forte , con aspetti tribali, per chi la incontra oggi e’ un’artista di grande cuore, sincera; e’ legata ad un modo di fare arte che e’di un’epoca che si e’ ormai chiusa in India. Non e’ donna di computer o tecnologie, ma appartiene ad una generazione in cui la danza veniva da un istinto, dall’improvvisazione e dalla collaborazione quotidiana con i musicisti che vivevano e lavoravano insieme senza altre preoccupazioni.
Grande e’stato l’apporto della sorella Jotismati che conduceva e cantava in tutti i suoi spettacoli.
Per queste caratteristiche e per quello che i suoi recital trasmettevano la si potrebbe senza esagerare definire: Dea della danza.
‘‘Danzo perche’ e’ nella danza che trovo l’espressione piu’ completa del mio intero essere, del mio corpo e della mia anima.’’ Yamini Krishnamurti
Cresciuta a Chidambaram (Tamil Nadu), nell’atmosfera sacra di uno dei piu’ grandi simboli della tradizione indu’, il tempio di Shiva Nataraja, il Dio della danza, Yamini inizio’ lo studio della danza presso l’accademia Kalakshetra di Chennai, fondata e diretta allora da Rukmini Devi Arundale.
Dopo aver appreso le basi dello stile Bharatanatyam, spinta anche dal padre, lascio’ l’accademia per proseguire la pratica privatamente presso grandi maestri: Kanchipuram Ellappa Pillai, Thanjavur Kittappa Pillai, Dhandayudhapani Pillai e la devadasi Mylapore Gauri Amma.
In quegli anni fu ispirata dalla famosa Balasaraswati, la devadasi la cui danza e soprattutto il cui ‘‘abhinaya’’ ha lasciato un’impronta forte nel Bharatanatyam di oggi.
Sempre guidata dal padre, insigne studioso di sanscrito, Yamini intraprese lo studio del Kuchipudi e poi di Odissi recandosi nei luoghi dove questi stili avevano avuto origine.
E’ a New Delhi che la sua carriera prende il via per poi portarla in Pakistan nel 1961, in Europa nel 1965, Germania e Francia (a Parigi incontra Rudolf Nureyev). Dalla Francia viene richiesta in Yugoslavia, Svizzera e a Londra dove vede danzare Maya Plisetskaya. Yamini apprezza molto il balletto occidentale tuttavia lo trova limitato in alcuni aspetti.
Gli anni settanta la vedono calcare i palcoscenici del Canada e Stati Uniti. Nel 1980 si reca in Italia (dove tornera’ quattro volte) a Roma e Napoli. Descrive gli italiani come un popolo affine a quello indiano, molto caloroso e passionale.
Sempre negli anni ottanta danza in Russia e nei Paesi Arabi. Ma pur avendo girato il mondo sembra amare piu di tutti il suo paese e si e’ sempre sentita piu’ apprezzata e ammirata dagli indiani.
La prematura scomparsa del padre, ispiratore di tante coreografie, ha cambiato lo stile di vita di Yamini che da allora si e’ ritirata nella sua casa-scuola a New Delhi. Donna forte , con aspetti tribali, per chi la incontra oggi e’ un’artista di grande cuore, sincera; e’ legata ad un modo di fare arte che e’di un’epoca che si e’ ormai chiusa in India. Non e’ donna di computer o tecnologie, ma appartiene ad una generazione in cui la danza veniva da un istinto, dall’improvvisazione e dalla collaborazione quotidiana con i musicisti che vivevano e lavoravano insieme senza altre preoccupazioni.
Grande e’stato l’apporto della sorella Jotismati che conduceva e cantava in tutti i suoi spettacoli.
Per queste caratteristiche e per quello che i suoi recital trasmettevano la si potrebbe senza esagerare definire: Dea della danza.
‘‘Danzo perche’ e’ nella danza che trovo l’espressione piu’ completa del mio intero essere, del mio corpo e della mia anima.’’ Yamini Krishnamurti