ANGHIKAM BHUVANAM YASSYA
VACIKAM SARVA VANGMAYAM
AHARYAM CHANDRA TARADHI
TAM NUMAH SATTWIKAM SHIVAM”


“A colui che ha come corpo l’universo intero come linguaggio tutte le poesie e letterature, come ornamenti luna e stelle, a lui divino Shiva porgo il mio saluto.”
Bharatanatyam è uno degli otto stili principali di danza classica indiana, qualiMohiniattam, Kuchipudi, Odissi, Kathakali, Manipuri, Kathak e Sattriya.La Danza Indiana si divide in:Nritta o danza pura, l’alternarsi di sequenze di passi o adavu che fanno unacomposizione.Nritya o danza racconto alternata a danza pura e interpretata da una soladanzatrice che alterna i vari personaggi.Natya o balletti in cui ogni attore-danzatore interpreta un solo personaggio benpreciso.Le due caratteristiche principali della danza indiana sono: TANDAV, la forza eLASYA, la grazia.Lo scopo della danza e dell’arte indiana in genere, è di comunicare econdividere con lo spettatore un certo sentimento. La danzatrice attraversoAnghikam (i movimenti del corpo), Vacikam (i ritmi e il canto), Aharyam (il costume e la scenografia) e soprattutto Sattwikam (l’espressione delle emozioni o Bhava), crea questo rapporto con il pubblico. Tutto questo processo si chiama Abhinaya.I termini usati nel B.N. sono in lingua Tamil che è la lingua in cui questo stile di danza è stato codificato ed anche lo stato in cui ha avuto origine. Come tutti glistili di danza indiana si basa sul testo antico NATYA SHASTRA che invece fu scritto in sanscrito.ANGHIKAMSthana sono le posizioni statiche di base del corpo tra cui evidenziamo quella 
chiamataArdhamandali: piedi aperti e ginocchia piegate in modo da formare un rombo,e Murumandali : da ardhamandali scendo fino ad avere i talloni completamentealzati.Gli ADAVU sono i passi principali, se ne contano almeno 13 con relative variazioni.Per esempio Nattu segue il ritmo teyum tatta teyum ta ha, in cui si muovonobraccia, gambe, testa in coordinazione tra loro. Sempre si battono i piedi cheeseguono le stesse battute del tamburo che accompagna l’esecuzione dei passi,il mridangam.Gli adavu si devono essere eseguiti in tre velocità: lenta (vilambit), media(madhyama) e 
veloce(drut).Una combinazione di adavu forma un jati. Tanti jati compongono una 
danza pura.SHIRO BHEDA sono i movimenti della testa, GRIVA BHEDA quelli del collo, 
mentre quelli degli occhi si chiamano DRISTI BHEDA. Ogni parte del corpo ha un suo modo
di muoversi a seconda di quello che si vuole raccontare.I BOLS o SOLKATTU sono sillabe parlate senza significato ma con un ritmo sottile edemotivo non difficile da capire. I Bols suggeriscono la qualità del movimento. Sedico TATTA JHAM suggerisco energia forte (TANDAV) se dico TAKITA TAKAsuggerisco qualcosa di più delicato (LASYA).VACIKAMNel Bharata Natyam usiamo tre tipi di linguaggi musicali:1)SWARAS: le sette note della scala “…….” che sono cantate secondo il RAGA2)SOLKATTUS (anche bols) sono come i suoni del mridangam (tadinginatom…)3) SAHITYA è la canzone in versi che il danzatore interpreta attraversol’ Abhinaya.1 e 2 sono usati per le sequenze di danze pura-nritta.La musica indiana è melodica e solista, non c’è concetto di orchestra e diarmonia quindi. AHARYAMI gioielli indossati dalla danzatrice di Barata Natyam sono tipici della sposa delTempio di Tanjore. Oro con pietre dure colorate. Il set sulla testa si chiamaTALESAMAN, le fasce per la testa sono i CHUTTI, gli ornamenti CHANDRA-SURYA(luna a sinistra e sole a destra). Gli orecchini pendenti a forma di ombrello sono iJHINKI, le parti che dall’orecchio vanno alla tempia i MATTAL. La spilla sullochignon si chiama RAKKODI.L’orecchino al naso: NATHU e l’anello tra le narici BULLAKKU.La catena lunga sempre in oro con pietre colorate si chiama MUTHUMALE.La catena di monete con la Dea Lakshmi su ogni moneta: KASUMALA.I bracciali agli avambracci VANGI.La cintura: ODDIYANAM. ecc…La danzatrice si decora le mani e i piedi con unatintura di nome Alta.SATTWIKAM"Abhinaya" significa portare a … ed è l’insieme di tutti i tre aspetti descritti sopra, uniti a sattwikam, il quarto elemento che proviene dalla qualità sattwa cioè purezza. E’ lo stato delle emozioni naturali come piangere, sudare, cambiare la voce o ilcolore, svenire, tremare, ridere lacrimare. Questo stato si crea quando si produce un sentimento o RASA che la danzatrice esprime visualmente. Questa abilitàespressiva si chiama BHAVA. E’ qui che si vede la bravura di una danzatrice di Bharatanatyam. Colei che attraverso i bhava riesce a far provare anche ad un solo spettatore un rasa, un sentimento o ancor meglio il gusto o sapore di quel sentimento, allora si può considerare una danzatrice arrivata. Per fare questo la danzatrice non parla allo spettatore ma utilizza anche dei gesti. Questi sono ben codificati e si possono leggere nei testi antichi. Si chiamano HASTA MUDRA e secondo il testo “Abhinaya Darpana” sono 28 con una mano (ASAMYUTA) e 24 con due mani (SAMYUTA).

CENNI STORICI
Il B. è uno stile di danza del sud dell'India ,dello stato del Tamil Nadu.

E' la più antica e tradizionale delle danza indiane, la sua prima codifica risale al 2 secolo d.c. per opera del saggio Bharata nel suo Natyashastra, un trattato che affronta non solo lo studio della danza ma anche della musica e del teatro.

In India la danza e la musica hanno sempre goduto di un rilievo particolare poiché l'arte indiana i genere è legata alla sfera del sacro. Shiva è il signore della danza, colui che tutto crea e distrugge in un moto continuo ad incessante. Benefico e terribile attraverso la danza esprime l'essenza del pensiero filosofico indiano che è la riunificazione suprema dell'uno col tutto, degli estremi e degli opposti.

La danza, ed in particolare il B. ha avuto sempre una funzione sacra: attraverso la sua contemplazione lo spettatore si eleva ed entra in contatto con la divinità.

Strumento essenziale di questa esperienza sono le Devadasi (ancelle del Dio), sorta di vestali, fanciulle istruite e destinate fin da bambine alla danza, a consacrare la vita a Dio.

Per un lungo periodo esse occuparono un posto importante nella società indiana, le iscrizioni parlano di celebri interpreti chiamate per assicurare il servizio della danza in tutti i templi locali.
Fu nella prima metà del 1800 che la danza allora nota come Dasi Attam, venne codificata dal noto quartetto di Tanjore, quattro musicisti e compositori che al tempio dell'omonima città del Tamil Nadu diedero una forma definita al repertorio coreografico di danza (da Alarippu a Tillana).

Poi a causa anche della dominazione britannica, le devadasi caddero in disgrazia. La danza sparì quasi del tutto dai templi e le danzatrici si ritrovarono costrette a fare altri mestieri!!!

Verso il 1930, ci fu una rinascita delle tradizioni indiane e con esse anche la danza. Le fanciulle ripresero a studiare e a danzare e oggi noi possiamo vedere tramandata intatta l'arte della danza che da questo momentio venne chiamata Bharata Natyam. E' una danza codificata in forma molto rigida e coinvolge molti più movimenti della danza occidentale: nel racconto vedremo che hanno un ruolo fondamentale le espressioni del volto, gli occhi,le sopracciglia e i movimenti delle mani o hasta mudra, i quali permettono di esprimere qualsiasi cosa: il sonno, il fiume, il Dio Shiva ecc....

Ogni rappresentazione è composta da varie parti: dopo il saluto ha luogo una preghiera-invocazione, poi dei pezzi di danza pura, di danza-racconto e si chiude con un pezzo conclusivo e molto ritmato (tillana).

I pezzi di danza pura (nritta) non hanno un tema ben preciso e sono basati sul ritmo. Una parte molto importante è quella della drammatizzazione ovvero del racconto di una storia. I racconti lievi e intensi allo stesso tempo hanno quasi sempre un tema erotico: la protagonista ed il suo amante Krishna. La fanciulla che si fa bella per incontrare l'amante nel bosco, che ha paura di uscire la notte, che è gelosa delle altre, che è triste perchè Krishna non arriva. Le storie spesso raccontano piccoli eventi quotidiani nella vita degli amanti, ma i sentimenti cui si assiste, trepidazione, sofferenza, trasporto o disperazione rappresentano tutti la difficile strada del ricongiungimento dell'uomo a Dio dell'Uno col Tutto.


Cristina Lavazza